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Formiche che camminano su alcune foglie

Insetti cooperativi: anche la natura ci insegna la cooperazione

Insetti cooperativi, 4 specie da cui gli esseri umani hanno molto da imparare.


In natura il comportamento da lupo solitario non sempre viene premiato. Svariati animali ci mostrano che l’evoluzione spesso punta a evitare lo scontro, creando piuttosto strette relazioni collaborative tra i propri simili e le altre specie.

Negli ultimi 50 anni si sta approfondendo sempre di più il tema della cooperazione in natura, studiando come molti gruppi animali riescano a prosperare grazie a essa. Come scrive lo scienziato Robert Axelrod: “Se comprendessimo meglio il processo potremmo usare la nostra lungimiranza per accelerare l’evoluzione della cooperazione”.

Tra gli animali più collaborativi in assoluto ci sono gli insetti, dei maestri di cooperazione!

Gli insetti sociali: colonie, ruoli e cura della comunità

In generale, gli insetti che sviluppano relazioni cooperative vengono detti eusociali, perché all’interno delle loro colonie le generazioni si suddividono in caste dove ogni componente ha una mansione specifica e diversificata. Qui ogni insetto lavora per le necessità dell’intero nido, mettendo in comune risorse, energie e la cura delle nuove generazioni, assicurando un futuro alla comunità.

Gli insetti sociali appartengono a cinque ordini principali:

  • il più antico, quello degli isotteri (le termiti),
  • gli emitteri omotteri (come gli afidi e le cicale),
  • i coleotteri (le coccinelle, ad esempio),
  • i tisanotteri (un ordine a sé stante con più di 5000 varietà di insetti)
  • e gli imenotteri (formiche, api e vespe).

È proprio in quest’ultimo gruppo d’insetti che sono stati osservati i comportamenti sociali più avanzati.

Ecco qui 4 insetti cooperativi che hanno molto da insegnare anche alle comunità umane.

Le api: l’alveare è un perfetto ecosistema cooperativo

Una colonia di api in un alveare

Gli alveari sono un perfetto ecosistema cooperativo, con a capo l’ape regina (la più grande e longeva). Lei è l’unica femmina fertile della colonia e viene allevata appositamente per depositare uova e far crescere la comunità.

Tutte le api operaie collaborano per mantenere in vita l’alveare: accudiscono le larve, curano la regina, costruiscono il nido, producono risorse (miele, cera e pappa reale) e raccolgono cibo per la colonia. Quest’ultimo compito viene svolto dalle api “bottonatrici” che, attraverso una danza speciale, riescono a comunicare alle compagne dove si trova il polline migliore.

Un altro compito fondamentale delle api operaie è quello di difendere il nido, in particolare dalle vespe, loro acerrime nemiche e ladre di provviste. Spesso alcune vespe solitarie si avventurano alla soglia dell’alveare, facendosi forza della loro stazza (più del doppio di un’ape operaia), ma le api hanno sviluppato un ingegnoso meccanismo di difesa cooperativo. Le operaie, infatti, si accalcano sulle vespe, soffocandole col calore dei propri corpi. L’unione fa la forza!

Le formiche: una specie sociale e organizzata

Alcune formiche su una foglia

Le formiche sono una specie altamente sociale e organizzata, quasi al pari degli esseri umani. Alcune specie, infatti, coltivano funghi all’interno dei formicai e accudiscono piccoli insetti per ricavarne secrezioni zuccherine da “mungere”; una vera e propria città sotterranea!

Le relazioni all’interno della colonia sono così forti che il nido in sé può essere considerato un unico superorganismo in cui tutte le formiche collaborano per il funzionamento del sistema.

La regina (insieme ai fuchi) rappresenta il sistema riproduttivo del formicaio; le operaie invece sono gli occhi, la bocca e lo stomaco. Tutte le parti del formicaio comunicano tra loro attraverso uno scambio costante di messaggi chimici potentissimi (veicolati da feromoni) capaci di comunicare con gli alleati e inibire gli attacchi degli insetti avversari.

La socialità delle formiche esiste da più di 140 milioni di anni (quando si sono evoluti i primi esemplari moderni), a dimostrazione di quanto la cooperazione sia importante per la sopravvivenza di questa specie.

Le termiti: architette di nidi strutturati, ricchi di vita sociale

Alcune termiti nel loro nido

Le termiti sono uno degli insetti sociali più antichi (gli isotteri) e sono anche delle ottime architette. Infatti, i loro nidi sono fra i più strutturati e resistenti in natura: alcuni sono foderati di cartone e altri hanno addirittura la consistenza del cemento!

L’organizzazione delle colonie non è molto diversa da quella di api e formiche: un piccolo gruppo di individui si riproduce, mentre gli altri hanno il compito di nutrire, difendere e curare le larve. La differenza principale delle termiti sta nel fatto che i maschi non muoiono subito dopo l’accoppiamento con la regina, ma continuano a vivere nel nido, riuscendo a riprodursi per tutta la vita.

Un’altra particolarità di questi insetti è il limitato numero di recettori dell’olfatto, il che ha portato gli studiosi a credere che questo senso non sia così importante per la vita sociale.

Le vespe: gli insetti modello per la sociobiologia

Due vespe posate su un fiore

Le vespe sono insetti sociali modello per la sociobiologia, paragonabili alla drosophila (moscerino della frutta) e al ratto albino. Negli ultimi anni si sono rivelate una risorsa preziosa per studiare l’evoluzione sociale in generale: comunicazione, organizzazione dei gruppi, discriminazione e riconoscimento fra simili.

Grazie a questi insetti, i ricercatori hanno capito meglio il funzionamento degli alveari, osservando quanto siano simili a una società umana. Anche fra le vespe, infatti, ci sono sentimenti come il dovere, la ribellione e l’inganno, ma anche l’amore materno e l’unione.

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