Iscriviti alla nostra newsletter

"*" indica i campi obbligatori

I Probi Pionieri di Rochdale fondatori della prima cooperativa

I 7 principi della cooperazione, quali sono e cosa dicono

 I 7 principi su cui si fonda la cooperazione: ispirati da valori di uguaglianza e solidarietà, sono riconosciuti in tutto il mondo

Le cooperative sono imprese che mettono al centro del proprio operato le persone. Fondano il proprio lavoro su determinati valori e impostano la propria organizzazione su 7 principi ben definiti.

I valori che ispirano il movimento cooperativo

L’Alleanza delle cooperative internazionali (Ica) – l’organo che rappresenta le cooperative e il movimento cooperativo a livello mondiale – ha definito i valori che devono orientare il lavoro delle cooperative, che sono:

  • democrazia
  • uguaglianza
  • equità
  • solidarietà
  • onestà
  • trasparenza
  • responsabilità sociale
  • altruismo
Gruppo di persone sedute durante un'assemblea soci

Breve storia dei 7 principi che guidano il movimento cooperativo

Per mettere in pratica questi valori, le cooperative hanno a disposizione delle linee guida, sintetizzate in 7 principi cooperativi.

I 7 principi non sono stati inventati dall’Ica, l’organizzazione li ha ripresi da quella che viene considerata la prima cooperativa della storia moderna: la Società dei Probi Pionieri di Rochdale.

Rochdale è una città nella contea di Manchester in Inghilterra. Qui il 21 dicembre del 1844 un gruppo di operai delle industrie tessili si unirono per aprire il primo negozio cooperativo e poter vendere beni di consumo a prezzi favorevoli per i propri soci. Nel fondare la loro cooperativa i Probi Pionieri redassero uno statuto che conteneva 7 principi da rispettare, gli stessi principi che oggi l’Ica promuove a livello mondiale fra tutte le imprese cooperative.

Il 1° principio della cooperazione: l’adesione libera e volontaria

Il 1° principio recita: “Le cooperative sono organizzazioni volontarie aperte a tutti gli individui capaci di usare i servizi offerti e desiderosi di accettare le responsabilità connesse all’adesione, senza alcuna discriminazione sessuale, sociale, razziale, politica o religiosa”.

Con questo principio, noto anche con il nome della “porta aperta”, si sottolinea che le cooperative sono imprese pronte ad accogliere chi ne vuole fare parte, nuove socie e nuovi soci con le capacità e professionalità richieste e che devono accettare quanto scritto nello statuto.

Lo statuto è il documento che definisce la cooperativa: di cosa si occupa, come funziona, come si organizza, quali sono i diritti e i doveri di chi ne fa parte e che ogni cooperativa deve avere.

Il 2° principio: il controllo democratico da parte dei soci

Il secondo dei sette principi definisce le cooperative come “organizzazioni democratiche, controllate dai propri soci che partecipano attivamente nello stabilire le politiche e nell’assumere le relative decisioni”.

Democrazia è quindi la parola chiave per descrivere il funzionamento di una cooperativa.

La democrazia viene messa in atto durante le assemblee. I momenti in cui tutti i soci si riuniscono per prendere insieme determinate decisioni ed eleggere le persone che li rappresenteranno e amministreranno la cooperativa.

Una caratteristica importantissima è che a ogni socio spetta un voto (nel gergo cooperativo si parla di “una testa un voto”). Non ci sono differenze tra chi ha versato più capitale nel momento di entrare in cooperativa e chi meno. Una persona vale uno.

Facciamo un esempio: Se Aurora versa 100 euro di capitale per essere ammessa a diventare socia della cooperativa e Marco versa 2000 euro, il loro potere decisionale all’interno della cooperativa è lo stesso. Questo non avviene nelle altre forme di società di impresa, dove è il capitale versato a definire il potere decisionale di un socio.

Il 3° principio: la partecipazione economica dei soci

Con il terzo principio si parla del capitale economico della cooperativa e di come gestirlo. Nel testo dell’Ica si legge: “I soci contribuiscono equamente al capitale delle proprie cooperative e lo controllano democraticamente”. Almeno una parte di questo capitale è di norma di proprietà comune della cooperativa. I soci, di norma, percepiscono un compenso limitato sul capitale sottoscritto. Questa è la condizione per la loro adesione. I surplus realizzati con la gestione della cooperativa (gli utili) possono essere gestiti in tre modi:

  • sviluppo della cooperativa, possibilmente creando delle riserve, parte delle quali indivisibili;
  • ristorno per i soci. Il ristorno è un beneficio – economico o sotto altra forma – che viene dato ai soci a seconda della relazione che hanno con la cooperativa. Facciamo qualche esempio: nel caso di una cooperativa di lavoro il ristorno può essere un premio economico calcolato in base alle ore lavorate dal socio, se si tratta di una cooperativa di consumo il ristorno può diventare uno sconto o un buono spesa calcolato in base alla quantità di beni acquistati dal socio presso la propria cooperativa.
  • sostegno di altre attività approvate dalla base sociale.

Con questo principio si mette nero su bianco che le cooperative sono imprese create non per il profitto personale ma per il bene comune dei soci presenti e di quelli che verranno.

Il 4° principio: autonomia e indipendenza

“Le cooperative sono organizzazioni autonome, autosufficienti e controllate dai soci. Nel caso in cui esse sottoscrivano accordi con altre organizzazioni (incluso i governi) o ottengano capitale da fonti esterne, sono tenute ad assicurare sempre il controllo democratico da parte dei soci e mantenere l’indipendenza dalla cooperativa stessa”.

Questo principio ribadisce che la proprietà della cooperativa è dei soci. Sono loro che la controllano e la gestiscono democraticamente. Il socio è imprenditore e proprietario dell’impresa.

Il 5° principio: educazione, formazione e informazione

Secondo il quinto principio della cooperazione “le cooperative si impegnano a educare e formare i propri soci, i rappresentanti eletti, i manager e il personale in modo che siano in grado di contribuire con efficienza allo sviluppo dell’impresa. Si impegnano inoltre a sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi e i principi della cooperazione”.

Il quinto principio dà molta importanza alla formazione e invita le imprese cooperative a investire in formazione per i propri membri.

Accanto a questo si trova anche l’invito a promuovere la cooperazione, a contribuire alla diffusione delle sue peculiarità, dei suoi valori e dei suoi principi, lavorando soprattutto sulle giovani generazioni.

Il 6° principio: cooperazione tra cooperative

Il sesto principio amplia il concetto di cooperazione: la cooperazione non deve avvenire solo tra i soci della cooperativa, ma anche tra la cooperativa e le altre cooperative. Perché ciò avvenga si possono anche costituire consorzi e gruppi a livello locale, nazionale e internazionale, in modo da rafforzare il movimento e aiutarsi vicendevolmente.

Nel testo dell’Ica, infatti si legge: “Le cooperative servono i propri soci e rafforzano il movimento cooperativo lavorando insieme, attraverso le strutture locali, nazionali, regionali e internazionali”.

Il 7° principio: interesse e impegno verso la comunità

Il settimo principio pone l’accento sulla responsabilità sociale dell’impresa cooperativa: “Le cooperative lavorano per uno sviluppo sostenibile delle proprie comunità attraverso iniziative e politiche approvate dai propri soci”.

La comunità dove opera la cooperativa assume quindi grande importanza. La cooperativa lavora per i propri soci ma anche per la comunità in cui vivono. Creando occasioni di lavoro, promuovendo iniziative, favorendo la solidarietà.

Un aspetto importante delle imprese cooperative è che tendenzialmente non delocalizzano le proprie attività. Non portano rami di azienda all’estero per cercare condizioni più vantaggiose per il proprio profitto. Lavorano per i soci e per le persone e i territori vicini ai soci.

Riassumendo, i 7 principi servono alle imprese cooperative per ricordare loro che sono imprese differenti. Imprese che ovviamente devono essere in grado di sostenersi ed essere competitive sui mercati, ma senza mai dimenticare che lavorano per le persone e non per i profitti.

Condividi
Precedente
Agricoltura sociale: Marco D’Elia racconta il podere Ortinsieme
Marco D’Elia mostra una cassetta di prodotti agricoli al podere Ortinsieme

Agricoltura sociale: Marco D’Elia racconta il podere Ortinsieme

Successivo
Insetti cooperativi: anche la natura ci insegna la cooperazione
Formiche che camminano su alcune foglie

Insetti cooperativi: anche la natura ci insegna la cooperazione

Potrebbe interessarti