Cooperative culturali: di cosa si occupano e come funzionano
Cosa sono le cooperative culturali
Definizione e principi fondamentali
Le cooperative culturali sono società cooperative che operano nei settori culturale, artistico, creativo e della valorizzazione del patrimonio.
Come le altre forme cooperative, sono basate su principi mutualistici di democrazia, partecipazione, equità e solidarietà e fondano il proprio lavoro e la propria organizzazione sui 7 principi della cooperazione, che definiscono – da quasi trent’anni – i valori che orientano l’impegno quotidiano di ogni realtà cooperativa.
Obiettivi e valori delle cooperative culturali
Promozione della cultura e dell’arte
Il Terzo Settore nel nostro paese dà spazio – e lavoro – a buona parte dei professionisti della cultura, come bibliotecari, archivisti, operatori museali, giornalisti, personale di spettacolo e direttori artistici. Queste persone animano quotidianamente il nostro panorama culturale, occupandosi tanto di progettazione di eventi quanto alla valorizzazione dei patrimoni d’arte.
Coinvolgimento della comunità locale
La struttura organizzativa della cooperative culturali, come d’altronde delle altre forme cooperative, è spesso fortemente radicata nel tessuto sociale locale. Quindi queste imprese conoscono bene i bisogni del territorio e riescono a rispondere, con i propri servizi, alle esigenze di crescita culturale della comunità.
Attraverso spazi di dialogo aperto e collaborazione, le cooperative culturali sollecitano la partecipazione attiva dei cittadini, nutrendo il senso di appartenenza e l’identità culturale.
Attività delle cooperative culturali
Sostenibilità economica e sociale delle cooperative culturali
Le cooperative culturali sono spesso caratterizzate da modelli gestionali peculiari. Per realizzare la propria sostenibilità economica, queste imprese solitamente si occupano di:
- Produrre prodotti artistici
- Fornire servizi culturali
- Accedere a contributi e fondi pubblici nazionali e internazionali.
Di pari passo a quella economica, la sostenibilità sociale propria delle cooperative, nel caso delle realtà culturali assume ancora più importanza: in un contesto nazionale complesso come quello della gestione della cultura, le cooperative culturali rivestono un ruolo determinante per l’impiego di professionisti e, di conseguenza, per la crescita occupazionale del settore.
Alcuni esempi di cooperative culturali: il caso della Romagna
Nel territorio romagnolo una fetta importante dell’offerta culturale è resa possibile proprio dalle cooperative culturali. Alcuni esempi:
Ambito teatrale
- Ravenna Teatro (Ra): produzione teatrale e ricerca artistica, impegnati nella promozione del teatro nella comunità
- TEP Teatro Europeo Plautino (Fc): produzione teatrale in particolar modo nel teatro classico, compagnia di riferimento per il Plautus Festival di Sarsina
Ambito cinematografico e organizzazione eventi
- Start Cinema (Ra): produzione cinematografiche e organizzazione eventi legati all’arte cinematografica come il Ravenna Nightmare Film Festival
- Made Officina Creativa (Rn): organizzazione e promozione eventi
Ambito editoriale
- In Piazza (Ra): editoria e comunicazione
- Studio In Tre (Ra): produzioni editoriali, specialmente in CAA (comunicazione aumentativa) con la casa editrice Homeless Book
Ambito musicale
- Romagna Musica (Rn): coordinamento progetti artistici (ricerca di finanziamenti, progettazione, gestione amministrativa)
- Accademia Bizantina (Ra): ensemble di musica barocca e settecentesca che svolge attività discografica internazionale e promuove la musica tra i più giovani
Il coinvolgimento con il Terzo Settore
Oggi più che mai le cooperative culturali, unitamente agli altri ETS (Enti del Terzo Settore), ricoprono il ruolo di preziose alleate della Pubblica Amministrazione nel progettare, realizzare e promuovere l’offerta culturale della comunità di riferimento.
L’amministrazione condivisa introdotta attraverso il decreto legislativo 117/2017 (Codice del Terzo Settore) dagli istituti della co-progettazione e della co-programmazione, infatti, ha le potenzialità per trasformare queste realtà cooperative in protagoniste del territorio. Il sistema tradizionale di fornitura di servizi verticale si sta spostando verso un sistema sussidiario di collaborazione e condivisione, fin dalle prime fasi della progettazione culturale. È quello che viene definito: partenariato pubblico-privato.
Benefici delle cooperative culturali per la comunità
Creazione di opportunità per operatori culturali
Poiché la gestione di eventi e di istituti culturali è spesso gestita dalle PA in un’ottica di co-progettazione, co-programmazione e servizi di appalto, le cooperative culturali diventano un punto di riferimento per i professionisti che gravitano attorno al panorama culturale: bibliotecari e archivisti, progettisti e animatori, artisti e musicisti.
Inclusione sociale
I valori cooperativi indirizzano l’operato di queste cooperative anche verso progetti e servizi che coinvolgono le fasce più fragili della popolazione di riferimento. Queste possono essere destinatarie degli interventi oppure protagoniste, grazie a programmi specifici di partecipazione e inclusione, attivate in collaborazione con altri Enti Locali ed Enti del Terzo Settore.
Contributo alla crescita economica e turistica del territorio
Come operatori artistici e animatori integrati nella comunità di riferimento e spesso coinvolti da altri attori nella programmazione artistica, le cooperative culturali contribuiscono alla generazione dell’indotto economico, grazie alla loro capacità di costruire calendari di eventi e opportunità in sinergia con altri ETS, associazioni di categoria ed enti pubblici, sostenendo buona parte della filiera del turismo culturale.
@ Fotografie Emma Graziani