Iscriviti alla nostra newsletter

"*" indica i campi obbligatori

due tazze grigie tenute in mano da ragazze

La vita in un gruppo appartamento psichiatrico

La storia di Carla e della cooperativa sociale Laura che si occupa di donne con problematiche psichiatriche o di dipendenza. 

due tazze grigie tenute in mano da ragazze

Carla, che vuole restare anonima per cui useremo un nome di fantasia, è una ragazza di 33 anni che vive a Faenza in uno dei Gruppi appartamento psichiatrici con assistenza 24 ore su 24 gestiti dalla cooperativa sociale Laura.

La cooperativa Laura si occupa di attività riabilitative, percorsi occupazionali e soluzioni residenziali protette per donne che hanno problemi psichiatrici o di dipendenza. La cooperativa è associata al Consorzio Solco Ravenna con cui sta lavorando a nuovi progetti sulla psichiatria, progetti che hanno un unico obiettivo: aiutare le persone a vivere in autonomia ed equilibrio.

Carla si trova a Faenza da circa 6 mesi dopo aver fatto richiesta volontariamente di entrare in una comunità con personale psico-educativo 24 ore su 24.

Ciao Carla. Oltre al tuo percorso in comunità cosa fai nella vita?
Adesso ho un lavoro qui a Faenza e mi piace molto, anche perché si concilia bene con le mie passioni. Io mi sono laureata al Dams. Ho studiato cinema e arte a Bologna, dove poi ho vissuto per 9 anni. Mi piace l’arte in generale, leggere e il cinema. Dipingo da autodidatta con gli acquerelli, lavoro un po’ con la creta… però non ho ancora fatto un corso di ceramica qui a Faenza (Faenza è una famosa città della ceramica nda).

Come ti trovi all’interno della comunità Laura?
A me piace stare qua, anche se non è facile. Il mio è un percorso volontario. Volevo fare un percorso di comunità e tramite i servizi della mia città sono arrivata qui. Qui ho imparato che sto bene in mezzo alle persone, mi piace fare gruppo e vivere la vita di comunità. Ma la marcia in più che ha questo posto è che non ti tengono dentro, ma ti mandano fuori. Perché è lì che dobbiamo andare. 

C’è qualcosa di questa comunità che ti ha colpito particolarmente?
Trovo che le strutture della cooperativa Laura siano comunità sui generis perché non sono isolate, si trovano in centro città. Ogni persona può uscire, ovviamente in base al tipi di restrizioni che ha, se ne ha. Non c’è il modello del “bastone e carota”, ma si costruisce un rapporto di fiducia. E se lo accetti, se ti fidi, puoi più o meno vivere una vita normalissima.

Com’è la tua giornata tipo?
Dipende se è una giornata lavorativa o no. Ci sono giorni in cui sono impegnatissima e giorni in cui non ho niente da fare e forse mi pesano molto di più quelli, perché ancora non so stare nella noia o semplicemente nel riposo. Generalmente mi alzo presto, tipo alle 6. Mi prendo il caffè, vado in giro per gli appartamenti a rompere le scatole. Poi a volte torno a letto e a volte esco. Prima andavo molto in biblioteca, ora meno perché ho meno tempo. 

Hai detto che il tuo è stato un percorso volontario. Come mai hai fatto questa scelta?
Venivo da due anni passati a letto. Entrare in questa comunità per me è stato un cambiamento grande. Qui ho reimparato a fare cose che sapevo fare, ma che avevo dimenticato. Adesso ho una visione. Passato il disagio inziale sto mettendo a fuoco le cose che avevo dentro.

Hai un sogno nel cassetto?
Mi piacerebbe diventare bibliotecaria, però va un po’ a collidere con quello che ho detto, che mi piace stare in mezzo alla gente (ride).

Come ti vedi in un prossimo futuro?
Quando ho scelto di entrare in questa comunità ho chiesto di poter stare in un gruppo appartamento con operatori presenti 24 ore su 24. La coordinatrice poi mi ha raccontato che se in quel momento mi avesse detto che potevo stare benissimo in un appartamento con operatori solo per 12 ore mi sarei sentita come se avessero sottovalutato il mio malessere. Quindi ho iniziato con questo tipo di supporto, ma sono pronta, con calma, per il prossimo passaggio in un appartamento h12. 

Sei ottimista per il tuo futuro?
Sì.

Condividi
Precedente
Che cos’è un ristorno per i soci di una cooperativa?
platea di persone durante una conferenza

Che cos’è un ristorno per i soci di una cooperativa?

Successivo
Il Rifugio di Mare: un sogno diventato realtà cooperativa in Sardegna

Il Rifugio di Mare: un sogno diventato realtà cooperativa in Sardegna

Potrebbe interessarti