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fotografia alluvione con edifici sommersi dalle acque

Gli effetti dell’alluvione in Romagna, un anno dopo

Dal 17 maggio 2023 Elena Bartolotti aspetta ancora di rientrare nella sua casa alluvionata: “Manca poco”

Elena Bartolotti vive a Faenza, in via Lapi, ma non abita più nella sua casa da un anno, più precisamente dal 17 maggio 2023. La notte prima, acqua e fango hanno devastato il piano terra e la cantina della sua abitazione, mentre lei e i suoi familiari si erano rifugiati al secondo piano. 

Le abbiamo chiesto di raccontarci la sua storia, a un anno esatto da quella catastrofe.

Il 16 maggio 2023, la notte dell’alluvione

“Alle ore 20 del 16 maggio sono passati con gli altoparlanti a dire di recarci ai piani alti delle abitazioni – ricorda -. Io e mio marito siamo saliti al secondo piano, da lì abbiamo visto l’acqua arrivare. È salita fino a 4 metri. Siamo rimasti su per due notti, finché l’acqua non si è ritirata. A quel punto, con l’aiuto di alcuni parenti, abbiamo liberato l’ingresso dalla roba che si era accatastata davanti e siamo potuti uscire”.

alluvione in Romagna con strade allagate
La visuale dalla casa di Elena Bartolotti il 17 maggio 2023

Avevamo dei sacchi ai piedi, perché le scarpe non le avevamo più e in tutta Faenza non si trovavano stivali o scarponi. Mentre eravamo lì in attesa abbiamo capito che in altre zone di Faenza era andata peggio, noi non abbiamo mai sentito che la nostra vita potesse essere in pericolo, e per questo abbiamo preferito aspettare e lasciare lavorare i soccorsi dove c’era più bisogno”.

“La cosa straordinaria che è successa è che nel pomeriggio del 18 maggio più di 100 persone sono venute a casa mia e ci hanno aiutato a liberarla dal fango e dalla distruzione. Erano soprattutto giovani, amici e conoscenti di mio figlio, e tante altre persone che si sono unite al gruppo, alcune venivano persino da Crema o da Piacenza! Grazie a loro il 28 maggio avevo la casa completamente vuota”. 

Elena Bartolotti, a destra, nelle immagini girate da NBC News

Una sistemazione “di fortuna” che dura da un anno

La casa di Elena era stata ripulita dal fango, ma risultava ovviamente inagibile. “Volevamo iniziare i lavori per risistemarla il prima possibile, ma a ottobre ci hanno detto che era ancora tutto umido ed era impossibile – racconta -. Intanto noi ci siamo sistemati in un appartamento che era di mio padre, per fortuna avevamo questa possibilità. Oggi abitiamo ancora lì. È una situazione di fortuna, eppure dura da un anno”. 

I lavori alla casa oggi sono finalmente in corso. Proprio in questi giorni stanno finendo di imbiancare. Mancano ancora interventi in cantina e nella zona giorno, ma Elena ha già deciso: “Una cosa però ci tengo a farla, anche se non sarà tutto a posto il prossimo 16 maggio voglio passare la notte a casa mia”.

I rimborsi pubblici: importi bassi, iter lunghi 

Elena Bartolotti lavora per la cooperativa sociale In Cammino, associata a Confcooperative Romagna. “I soldi della raccolta fondi organizzata da Confcooperative Romagna sono stati i primi ad arrivare – racconta -. 2500 euro che mi sono serviti per rifare il riscaldamento nell’appartamento in cui sto ora”.

I rimborsi pubblici previsti hanno tempistiche e modalità molto diverse. Ci sono i 5000 euro una tantum per beni mobili: Elena li ha ricevuti pochi giorni fa, come parziale risarcimento per l’automobile andata distrutta. 

E poi c’è il contributo stanziato dalla Regione Emilia Romagna per risarcire i danni a beni immobili: 5000 euro ottenibili in due tranche, a patto di presentare specifiche documentazioni. 

danni a un edificio alluvionato
L’interno di casa di Elena

Elena ha ricevuto la prima tranche di 3000 euro e non sa ancora se avrà diritto agli ulteriori 2000 euro. “Non è detto che riuscirò a ricevere anche questi, sto aspettando di avere in mano tutte le ricevute dei lavori e delle spese per inoltrare le domande sul portale regionale. I soldi che abbiamo già speso per i lavori sono superiori alle cifre che ci verranno rimborsate. Inoltre anche l’assicurazione che avevo stipulato sulla casa non ha coperto i danni causati dall’alluvione”.

Insomma, dopo un anno di attesa c’è ancora da aspettare. “A me sembra di vivere questa situazione in modo positivo, forse anche con un po’ di incoscienza – dice Elena -. Non mi sono fatta prendere dallo sconforto, ecco. Penso che mi adatterò in qualsiasi caso. Mi sono resa conto che accumuliamo tante cose che non ci servono, spesso non sono cose di valore. Oggi prima di ricomprare qualcosa che possedevo prima dell’alluvione, penso a quante volte lo avevo usato… spesso sono una o due in un anno. Vuol dire che non mi serve davvero, allora non lo ricompro”. 

gommone dei soccorsi per le persone alluvionate

La solidarietà ricevuta e il ricordo di una notte surreale

In questa brutta esperienza Elena Bartolotti ha trovato anche molta positività. “In tutto quello che ci è capitato siamo riusciti a sentirci fortunati, perché la casa non è andata distrutta. In quella lunga notte c’è chi ha avuto momenti peggiori dei nostri. E poi siamo stati travolti dalla solidarietà e dall’entusiasmo di tutte le persone che ci hanno aiutato. Per quei 100 volontari voglio organizzare una cena a casa appena saremo rientrati. Non so quando sarà, ma presto”.

Di quella notte di acqua e fango resta un ricordo indelebile, che la casa di via Lapi ancora conserva. “In questo momento entrare in casa è surreale: al piano terra non c’è niente, di sopra invece dove l’acqua non è arrivata, il tempo sembra essersi fermato al 16 maggio 2023”, conclude.

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