Autismo: a Faenza si costruisce il Villaggio dell’inclusione grazie alla cooperativa Educare Insieme
Il territorio della Romagna faentina ha una lunga tradizione negli interventi educativi a sostegno delle persone fragili e di politiche di inclusione. È in questo contesto che si intreccia la storia della cooperativa sociale Educare Insieme, che ha sede a Tebano, nelle colline tra Faenza e Castel Bolognese.
Educare Insieme nasce nel 2001 nel solco tracciato da Maria Novella Ravaglia Scardovi, che aveva fatto della accoglienza a persone fragili lo scopo della sua vita.
Fu proprio lei, con il marito Giuliano, a inaugurare nel 1994 una casa di accoglienza: la prima di tante realtà che nel tempo hanno legato il proprio nome a quello della fondatrice, scomparsa prematuramente nel 1996.
Casa Novella: da un gesto di accoglienza a una realtà strutturata
Con il nome “Casa Novella” viene indicato tutto ciò che è nato nel tempo coltivando l’ideale testimoniato da Novella.
Le diverse attività vengono gestite dalla associazione di volontariato San Giuseppe e Santa Rita ODV, dalla Fondazione Novella Scardovi e proprio dalla cooperativa Educare Insieme, che offre accoglienza e supporto alle persone in situazioni di fragilità, tramite interventi educativi e riabilitativi, e grazie alla professionalità di educatori e operatori esperti e preparati.

Casa Novella oggi gestisce luoghi e servizi pensati per rispondere ai bisogni delle famiglie, come case di accoglienza, comunità familiari per minori e adolescenti, per gestanti e madri con figlie e figli; centri socio riabilitativi diurni e servizi per adulti con diverse forma di disabilità.
Casa Novella inoltre opera per prevenire il disagio giovanile, con interventi educativi e di sostegno volti a contrastare l’isolamento e l’abbandono scolastico. È attiva anche nei centri educativi e di supporto per minori con disturbi dello spettro autistico.
Un “Villaggio dell’inclusione” per adulti e minori
Dal 2005 la cooperativa Educare Insieme gestisce a Tebano il centro socio-riabilitativo diurno La Maccolina, dove sono accolti adulti con gravi patologie psichiatriche e in particolare con disturbo dello spettro autistico. L’approccio educativo si basa sulla creazione di un ambiente familiare, di relazioni ricche di calore e di proposte positive, con percorsi costruiti secondo le necessità di ciascuno.
Proprio presso questa struttura si svolge da anni il Centro estivo dedicato ai bambini con disturbo dello spettro autistico: nel 2025 è stato inaugurato alla presenza di Isabella Conti, assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’Infanzia e Scuola dell’Emilia-Romagna, e dei rappresentanti delle Istituzioni locali e del mondo cooperativo.

“La grande incognita è sempre stata l’estate, quando la fascia dei minori 3-17 è molto scoperta, per quanto riguarda i servizi per le famiglie – racconta Francesco Biondini, presidente della cooperativa Educare Insieme -. Nel periodo scolastico c’è comunque la rete del sostegno, anche se limitata alla mattina, ma dalla fine della scuola le famiglie si trovano sole, senza spazi né proposte adeguate”.
Anche i pomeriggi invernali, peraltro, hanno il problema della mancanza di attività e servizi pubblici per le fasce più deboli, tanto che Educare Insieme da tempo promuove da settembre a maggio un laboratorio pomeridiano di riabilitazione e di socialità.
Da qui l’idea di recuperare la vecchia falegnameria del centro socio-riabilitativo di Tebano, per costruire una nuova casa per l’accoglienza di bambini e bambine con disturbo dello spettro autistico.
Un luogo stabile, accogliente, adatto alle esigenze e ai tempi dei giovani ospiti, che trasformerebbe la Maccolina in un “Villaggio dell’inclusione”.
La raccolta fondi per una casa “su misura” per bambini con diagnosi di disturbo dello spettro autistico
Per costruire la nuova casa è partita la campagna di crowdfunding “su misura di ME”, lanciata a febbraio 2025, con l’obiettivo ambizioso di raccogliere 550.000 euro.
La campagna è stata subito sostenuta dalla BCC Ravennate Forlivese Imolese, da Confcooperative Romagna, a cui Educare Insieme è associata, e da Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna, l’organizzazione regionale che rappresenta e sostiene le cooperative sociali e le imprese sociali aderenti a Confcooperative. Non è mancato il generoso sostegno di privati e famiglie che hanno riconosciuto il profondo valore di inclusione del progetto. Così, dopo pochi mesi, i lavori sono già iniziati.

“I cantieri stanno procedendo in maniera spedita, entro settembre dovrebbero essere finiti i lavori dal punto di vista edilizio, comprese le agibilità – racconta Biondini -. Contiamo di poter mettere a disposizione di tutte le famiglie il prima possibile questa nuova realtà, la cui nascita sarà possibile soprattutto grazie alla solidarietà e al sostegno di organizzazioni, enti e cittadini”.
La campagna di raccolta fondi è tuttora in corso, per saperne di più ed effettuare una donazione è attivo il sito sumisuradime.it


