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“Sono ripartito dopo anni di inattività”: la storia di Donato Cifuni

Così Donato Cifuni ha trovato una seconda vita lavorativa nella cooperativa sociale La Formica

La cooperativa sociale La Formica di Rimini si occupa di tanti servizi diversi: igiene ambientale, segnaletica stradale, pulizie e servizi cimiteriali. Questi ultimi sono poco conosciuti e raccontati, eppure si tratta di un’occupazione indispensabile alla società. L’operatore cimiteriale effettua gli scavi necessari alla sepoltura, movimenta le bare, predispone loculi e, più in generale, svolge tutte quelle operazioni necessarie allo svolgimento di un funerale.

Questa è la professione che svolge oggi Donato Cifuni, 48 anni, e a cui è molto legato. Come ci è arrivato e perché… è una storia che val la pena ascoltare.

Ciao Donato, come sei arrivato a questo lavoro?
“In verità non avrei mai pensato di farlo! Con questo lavoro mi sono rimesso in gioco dopo tanti anni di inattività”. 

Com’è andata?
“Prima facevo il muratore, ma ho dovuto smettere per un problema al cuore. Ce l’ho da quando sono giovane, me lo hanno trovato nel 1995 quando ho fatto il militare. Si chiama ipertrofia cardiaca, in pratica ho una parte del cuore che si ingrossa e impedisce al sangue di ossigenare bene. Quindi mi stanco in fretta, mi viene l’affanno. Però fino al 2017 ho lavorato, facendo esami di controllo ogni anno. Nel 2017 invece sono stato male e l’anno dopo mi sono dovuto operare. Ora sto meglio, ho meno l’affanno… ma devo stare tranquillo, non posso fare sforzi prolungati o intensi”.

Ti hanno certificato un’invalidità?
“Sì, del 60%. Il muratore non potevo più farlo, dovevo trovare un’altra occupazione. Mentre mi stavo riprendendo dall’operazione è arrivato anche il Covid a complicare le cose. Io rientravo nei cosiddetti ‘vulnerabili’, non potevo neanche avere contatti con le altre persone. Dico la verità, mi ero un po’ rassegnato”. 

Non dev’essere stato semplice…
“Eh no. Nella vita fai dei progetti, dici ‘vorrei fare questo o quest’altro’ ma poi succedono cose che non ti aspetti e ti trovi spiazzato. Devi scenderci a patti e ripartire”. 

Tu come hai fatto a ripartire?
“Merito di mia sorella. Lei è più brava di me con il computer, con internet, e ha trovato questo annuncio, della Formica, in cui cercavano operai anche con invalidità. Mi ha aiutato a compilare la candidatura e qualche giorno dopo mi hanno chiamato dalla cooperativa. Sono andato a conoscerli, ho portato i miei certificati di invalidità per capire cosa potevo o non potevo fare. Ho iniziato con un paio di giorni di prova, in cui mi hanno spiegato le varie attività che fanno”.

Hai scelto tu i servizi cimiteriali?
“Me li hanno proposti, io non li conoscevo. Mi hanno detto che avrei potuto provare e se non mi fossi trovato bene avrei potuto cambiare. Mi hanno dato più possibilità. Ma io mi sono trovato bene subito lì, sia con i colleghi sia con il mio responsabile. È una bella cosa quando sul lavoro si creano dei legami umani”. 

Cosa ti piace del tuo lavoro?
“Mi piace perché è un lavoro necessario, importante. Ora che lo faccio lo vedo. Uno non è abituato a pensarci, ma senza di noi i funerali non si possono fare. E poi è un lavoro che non tutti riescono a fare, perché devi stare in mezzo alla commozione delle persone. All’inizio ti devi abituare, chiaramente è tutto nuovo. Sicuramente mi ha dato una mano essere in compagnia dei miei colleghi, ci siamo sempre dati una mano a vicenda”.

Gruppo di lavoratori cooperativa La Formica
Il team dei servizi cimiteriali della cooperativa La Formica

Com’è stato riprendere a lavorare dopo tanti anni?
“È stato bellissimo. Io ho 48 anni, rimanere fermo così tanto è una esperienza molto brutta. Il primo motivo è perché senza soldi non vai da nessuna parte. Io sono ancora a casa coi miei genitori ma ho le mie esigenze, le mie spese. Non avere un lavoro fisso non ti rende indipendente, non ti permette di vivere bene. Invece ora mi arriva lo stipendio tutti i mesi, che è una cosa che si apprezza sempre e specialmente dopo anni in cui hai solo uscite”

C’è secondo motivo? 
“Per la testa! Senza lavoro non hai niente da fare, ti annoi. I tuoi amici lavorano e tu che fai? Ora ogni mattina mi alzo e ho un impegno, mi sento utile, ci sono persone che contano su di me. C’è un’azienda che mi ha dato fiducia, che ha guardato a quello che potevo dare anziché a quello che non potevo fare”. 

Com’è la vita in cooperativa?
“Ho conosciuto tante persone, tanti colleghi. Anche se lavorano in altri settori facciamo tutti parte della stessa realtà, la Formica. È una cosa che dà sicurezza. E poi mi hanno fatto il contratto a tempo indeterminato, che è una cosa molto importante, mi sento fortunato a essere qua. Ora posso pensare al futuro: aprire un mutuo, trasferirmi in una casa mia. Posso guardare avanti”. 

Lavoratore davanti logo della Cooperativa La Formica
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