Iscriviti alla nostra newsletter

"*" indica i campi obbligatori

La Romagna a un anno dall’alluvione: “Il prima non esiste più”

Valeria Cortesi, alluvionata un anno fa, racconta com’è oggi la sua vita e quella della sua famiglia

Valeria Cortesi è una socia della cooperativa Asscor di Ravenna. La sua casa si trova a Boncellino – una frazione di Russi (Ra) – e nel maggio 2023 è stata alluvionata due volte. La seconda è stata la peggiore: il fiume Lamone ha rotto l’argine e ha sommerso il primo piano della sua abitazione mentre lei, suo marito e i suoi tre figli (di 13, 11 e 7 anni) si sono rifugiati al secondo piano. Lì una barca dei carabinieri li ha tratti in salvo. 

A un anno esatto da quell’esperienza, l’abbiamo incontrata di nuovo. 

Ciao Valeria, ci ritroviamo dopo un anno. Dove abitate, oggi, tu e la tua famiglia? 
“Stiamo a casa di mia madre, che per fortuna era abbastanza spaziosa per accoglierci tutti e cinque. Siamo fortunati, abbiamo potuto personalizzare un po’ gli ambienti per renderli confortevoli a questa nuova situazione. Chiaramente si fa il possibile, i miei tre figli dividono una cameretta con un letto a castello a tre piani”. 

letto a castello a tre posti

Come avete affrontato i mesi successivi all’alluvione?
“Lavorando. Se riguardo le foto dell’estate siamo sempre impegnati a smontare o spostare dei mobili. Io e mio marito ci siamo divisi i compiti: lui lavorava per pulire la casa alluvionata, io per rendere abitabile la nuova situazione. Tanto era chiaro che non saremmo rientrati presto, ma il mondo andava avanti. A settembre sarebbe ricominciata la scuola, il piccolo avrebbe iniziato le elementari. Dovevamo riorganizzare un ambiente di vita, di quello mi sono occupata io.”

La casa alluvionata in che situazione è?
“Pesante. Non è una sorpresa, lo sapevamo che il danno era grande e ci voleva tempo. Però è dura. Abbiamo fatto i primi lavori: aspirare l’acqua da ogni intercapedine, sfilare l’impianto elettrico, pulire i corrugati, ora si sta asciugando tutto. Poi sarà tutto da rifare e ci vorrà molto tempo e pazienza. Prima di altri due anni non sarà agibile. Questo per la casa, perché poi c’è anche tutto il terreno intorno da sistemare, è ancora devastato”. 

rimessa alluvionata con fango

Tornerete ad abitare lì?
“Sì, di questo sono sicura. Prima ero dubbiosa, temevo che potesse ricapitare un’altra emergenza come quella che abbiamo vissuto. Ma poi ho visto l’opera con cui hanno riparato l’argine del fiume, è veramente mastodontica. Ora mi sento più tranquilla”. 

Come procedono i lavori?
“Siamo indietro, ma è inevitabile: gli artigiani sono impegnati, le imprese pure, sono in tanti messi come noi. Non avendo ancora iniziato i lavori grossi, a livello economico non abbiamo sentito il colpo ma arriverà, si parla di tanti tanti soldi”. 

giardino alluvionato pieno di fango e con devastazione negli alberi

Avete ricevuto degli aiuti dallo Stato?
“Per come funzionano adesso le ordinanze, potremmo ottenere dei rimborsi: spendi, dimostri di aver speso, vieni rimborsato. Non so in che tempi o in che modo. Ancora non ci sono esempi su questo, non conosco nessuno che ha già completato l’iter e mi può dire com’è andata. È stata ventilata anche l’idea del recupero tramite credito d’imposta, come per il terremoto in Emilia, ma è solo un’ipotesi per ora. Speriamo che succeda perché anticipare tutto per noi sarà difficilissimo”.

Per quanto riguarda i beni mobili, come ad esempio le automobili? 
“Quella è la cosa che mi è rimasta più sullo stomaco. È stato erogato un contributo una tantum: 5000 euro a famiglia, indipendentemente dalle auto possedute. Mi rendo conto che le risorse fossero limitate, ma insomma, se hai perso 2 auto e un camper, come noi, è un po’ diverso. Anche degli arredi non si parla, forse usciranno aggiornamenti. Non mi fascio la testa perché è una cosa lontana nel tempo, abbiamo altre priorità”.

pianoforte con danni da alluvione

Vi siete sentiti abbandonati dalle istituzioni?
“No, assolutamente. Le istituzioni ci sono state, ci hanno ascoltato. È servito del tempo, è vero, ma gestire una situazione del genere non era facile. Era chiaro che c’erano tanti casi di persone e imprese che avevano subito danni, noi ci siamo messi in fila. Prima spero sia stato aiutato chi aveva più bisogno. Quando è arrivato il nostro turno, le autorità competenti sono venute a visionare il nostro terreno e hanno riconosciuto che la situazione era peggiore del previsto.”

Il vostro umore com’è?
“Fluttuante. Ci sono momenti in cui si sente lo sconforto, quando andiamo alla casa e la vediamo ancora così, spoglia, ci viene un po’ di tristezza, a volte di disgusto. Ma l’umore predominante è comunque positivo. Penso sia dovuto al tanto supporto che abbiamo ricevuto, fin dai primi momenti, da parte di amici che ci hanno fatto compagnia e dato una mano anche nelle piccole cose. Per dire: siamo andati a cena a scrocco a destra e a manca per almeno 3 mesi, prima di aver avuto un posto dove cucinare noi! Le attenzioni, la solidarietà portano sollievo.”

lavanderia con danni da alluvione

E i bambini? Loro come stanno?
“Sono rimasti abbastanza sereni. Hanno avuto periodi più di agitazione, soprattutto all’inizio. Le loro routine sono state spezzate, ma ne abbiamo parlato tanto e ancora ne parliamo, solo così gli eventi si rielaborano e diventano ricordi. Cerchiamo di coinvolgerli in tutte le decisioni, quando c’è da rifare una stanza chiediamo sempre il loro parere. È un modo per restare uniti, fare le cose insieme.”

finestra di casa con fango nel post alluvione

Pensi mai alla vita di prima?
“No, davvero. Il prima non c’è più. È stato portato via, letteralmente, perché è questo che fa un’alluvione: porta via le cose. Quindi pensare alle cose com’erano ha senso solo per chiederci: funzionavano? Se la risposta è sì, allora cerchiamo di rifarle uguali o simili. Se la risposta è no, le cambiamo.”

capanno con cumuli di fango per alluvione
Condividi
Precedente
Cooperative di Credito: ruolo e funzioni
bambino inserisce denaro all'interno di un salvadanaio a forma di maialino

Cooperative di Credito: ruolo e funzioni

Successivo
Accoglienza e integrazione in Italia. Come funziona la rete Sai
gruppo di donne

Accoglienza e integrazione in Italia. Come funziona la rete Sai

Potrebbe interessarti