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A Cesena c’è un Asilo Bio in cui si parla inglese

Vi portiamo a visitare un asilo di Cesena in cui i bimbi imparano (anche) il rispetto per la natura e la lingua inglese

Be Baby: Nido Bio e English recita l’insegna bianca di un asilo nido di Calisese di Cesena. Due attributi piuttosto insoliti, “Bio” e “English”, per un asilo! Per questo siamo andati a visitarlo, una bella mattina di fine estate, con i 23 bimbi tornati da poco dalle vacanze.

All’entrata ci accolgono Sofia Cesarini e Francesca Sabbatani, educatrici di 25 anni. 

“Fin dal liceo sapevo di voler lavorare con i bambini – racconta Sofia –. All’Università, ho fatto Scienze della Formazione e durante il tirocinio ho conosciuto la cooperativa Il Girasole, che gestisce 6 diversi asili in provincia di Forlì-Cesena e Rimini. La presidente mi ha detto che c’era bisogno qui, a Calisese… e io mi sono buttata”.

insegna di un asilo
due ragazze giovani sorridenti sotto un albero

Un asilo bio: la natura da curare e da esplorare

La struttura dell’asilo è moderna, gli arredi colorati, le sale grandi e spaziose. Dalla porta sul retro si accede al cortile esterno, ombreggiato da un fico rigogliosissimo. “Lavoriamo tanto fuori, in outdoor – spiega Francesca -, in primavera e in estate, ma anche in autunno e in inverno. I bimbi sono equipaggiati: hanno stivaletti in gomma e tutone da sci per quando fa freddo, così andiamo fuori a scoprire la pioggia e la neve e familiarizziamo con le diverse stagioni, con lo scorrere del tempo. Scopriamo la diversa consistenza della terra e delle piante, delle cortecce e della neve”.

stivali anti pioggia per bambini

In primavera, invece, si coltiva l’orto. “Piantiamo i pomodorini, i fagiolini, l’insalata. Poi li raccogliamo, li cuciniamo e li assaggiamo insieme. È anche un modo per spronare i bimbi a mangiare le verdure, che sono un cibo un po’ difficile e spesso vengono evitate. Con il fatto che se ne prendono cura tutti i giorni, le vedono crescere, sono più stimolati ad assaggiarle”.

Il giardino dell’asilo accoglie anche invitati esterni: un maestro di teatro, un cuoco per scoprire come si fa la pizza… “Cerchiamo di sfruttare il giardino al massimo. Poi facciamo anche uscite didattiche: siamo andati in fattoria, a raccogliere le olive, a vendemmiare e poi a pestare l’uva con i piedini. E tante altre attività che ci vengono in mente, le proponiamo alla cooperativa e di solito piacciono e ce le approvano. Di recente ci siamo inventate la spa: luci soffuse, oli essenziali, massaggi ai piedini. I bimbi si sono rilassati e divertiti tantissimo”.

piante con cartello

Outdoor education: gli effetti sui bambini

Stare nella natura ti porta a rispettarla, a sentirti parte di essa. Così come si prendono cura dei propri giochi, i bimbi imparano a prendersi cura dell’ambiente”. Sofia non ha dubbi, i vantaggi dell’outdoor education per i bambini sono molteplici e ben evidenti. “La vita all’aria aperta da un lato rende i bimbi più rilassati, soprattutto i nuovi, che magari sono un po’ più agitati in un ambiente chiuso che ancora non hanno imparato a conoscere. Dall’altro, permette loro di scaricare tante energie. Un’ora trascorsa fuori li rende molto più propensi ad addormentarsi dopo… a volte anche durante”. E in effetti c’è una bella casettina in legno, molto accogliente, che sembra perfetta per accogliere anche un pisolino improvviso!

“Ai più grandini cerchiamo già di dare qualche rudimento sulla raccolta differenziata, dopo mangiato sparecchiamo insieme e impariamo che rifiuti diversi vanno in contenitori diversi” aggiunge Francesca.

casetta per bambini in legno

Un asilo in cui si parla – anzi, si gioca – in inglese

Il nido Be Baby non è una scuola bilingue, ma l’inglese ha un ruolo importante. “C’è un’educatrice che segue questo progetto due o tre volte a settimana – spiegano –. È tutto impostato come un gioco: canzoncine, letture e attività sensoriali accompagnate dall’inglese. In questo modo i bimbi possono già familiarizzare con una lingua diversa dalla propria, a questa età la loro mente è aperta all’apprendimento con una rapidità sorprendente e per loro sarà più semplice approcciare all’inglese come a una lingua da apprendere, un domani”.

Così si imparano parole e le si associano alle situazioni corrispondenti. “Ogni volta che possiamo, anche noi educatrici riprendiamo l’inglese, chiediamo ai bimbi se si ricordano come si dice un colore o un numero. Ci seguono tanto e i genitori sono contenti, spesso i bimbi chiedono di cantare in inglese anche a casa”.

libro educativo per bambini aperto

L’inglese gioca anche un ruolo attivo nella scelta dell’asilo da parte di alcuni genitori. “Abbiamo diverse famiglie che vengono dall’estero e ci scelgono apposta, oppure famiglie di madrelingua italiana che ritengono l’apertura a una lingua straniera un approccio interessante e utile per i loro figli. Per gli altri genitori è comunque una cosa gradita, soprattutto quando vedono che i bimbi a casa riportano qualcosa: l’anno scorso abbiamo lavorato sui colori in inglese e una mamma è venuta a dirci, tutta contenta, che suo figlio diceva red, green, yellow”.

Natura e inglese anche tra le pagine dei libri 

Ogni anno l’asilo BeBaby sceglie un libro, che diventa il filo conduttore delle varie attività. È una scelta trasversale a tutti gli asili della cooperativa il Girasole: “A inizio anno ci diamo una linea condivisa e la percorriamo insieme – raccontano le educatrici –. Facciamo riunioni una volta al mese con tutta l’equipe della cooperativa, c’è molta collaborazione e molto confronto”. 

Il libro scelto viene letto in italiano e approcciato anche in inglese. “L’anno scorso era ‘Il mostro dei colori e delle emozioni’ – ricorda Francesca –, che ci ha permesso di esplorare le emozioni. Quest’anno leggiamo ‘A caccia dell’Orso’, una storia di una famiglia che segue le tracce di un orso attraverso gli ambienti naturali, l’erba, il fango, l’acqua. Questo ci permette di lavorare sull’aspetto materico, su tutta la componente ‘Bio’ dell’asilo. La fine poi è bellissima: la famiglia trova l’orso ma decide di non cacciarlo, anzi, si spaventa e corre a casa, fa tutto il percorso a ritroso e si riunisce al lettone, tutti insieme. E l’orso se ne va, bello tranquillo”. 

L’invito alla lettura prosegue anche nel servizio di biblioteca, per cui nel weekend i bimbi possono portare a casa un libro tra quelli messi a disposizione dall’asilo, leggerlo insieme ai genitori, e riportarlo a scuola il lunedì.

due ragazze sorridenti mostrano dipinto di un orsacchiotto

Il rapporto con le famiglie

“Con le famiglie c’è un bel rapporto – rivela Sofia –. Il nido è la prima esperienza di distacco tra il bimbo e i genitori, quindi ci sta un po’ di timore. Ma appena i genitori entrano in struttura, e vedono come sono le relazioni tra noi e gli altri bimbi, le tensioni si allentano. Durante il giorno ci teniamo sempre in contatto, mandiamo foto, li teniamo aggiornati su come è andata la giornata. È un lavoro di coinvolgimento che si crea piano piano”.

Tutte le quattro educatrici dell’asilo hanno meno di 30 anni: un aspetto, quello della giovane età, che può creare diffidenza. “Qualche anno fa sì, l’ho sentita – ammette Sofia –. Nel 2019 qui c’erano due educatrici più grandi, sono andate via e io sono arrivata a sostituirle, avevo 21 anni, appena uscita dall’università. C’è stato un po’ di shock, comprensibile, da parte dei genitori. ‘Ma tu non hai figli’ è un’obiezione che ho sentito rivolgermi. Io ho risposto mettendomi in gioco totalmente, con l’appoggio delle mie colleghe e della cooperativa, prendendomi le mie responsabilità. Insomma, mi sono fatta le ossa!”.

stanza di asilo per bambini con sedie e tavolini

“Anche io sono arrivata quell’anno e non è stato semplice – conferma Sofia –, il Covid ha reso tutto più complicato. I genitori non potevano entrare in asilo, anche l’incontro per presentarci è avvenuto in videochiamata. A fine anno però abbiamo ricevuto tanti complimenti. Come esperienza ci ha fatto crescere molto, ora non ci spaventa più niente! I bimbi e le loro famiglie adesso ci conoscono a partire dal primo giorno, per cui è tutto più semplice”.  

Un esordio in salita, dunque, che si è trasformato presto in un successo. E le soddisfazioni non hanno tardato ad arrivare: “Vedere i bimbi crescere, cambiare, fare progressi giorno dopo giorno è qualcosa che ti emoziona! Dai 9 mesi ai 3 anni fanno tantissimi cambiamenti, arrivano che gattonano a fatica e pian piano iniziano a camminare, a usare la forchetta… e tu ti entusiasmi insieme a loro! Non sei la loro mamma ma è un po’ come se fossi una zia. Quindi quando alla fine del percorso devi salutarli, un po’ ti commuovi, è inevitabile. Ma quando un genitore felice ti ringrazia per quello che hai fatto, per come hai accompagnato suo figlio o sua figlia, ecco lì senti che ogni sforzo è ripagato”.

due ragazze sorridenti sedute per terra mostrano un libro educativo
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